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Gnocchi lunghi a coda de soreca: una tradizione ciociara

La Ciociaria è un territorio ricco di tesori culinari e la sua vera ricchezza risiede nelle tradizioni dei piatti contadini, quelli che appartengono alla cultura più povera e umile. È proprio questa la sua forza, che oggi scopriremo parlando di uno dei primi piatti ciociari più caratteristici: gli gnocchi “a coda de soreca”.

Già il nome curioso e particolare ci parla di questo formato. Ma che vuol dire “a coda de soreca”?

Nel dialetto laziale significa “a coda di topo”: la parola “soreca” infatti fa riferimento al cosiddetto “sorcio”, cioè il ratto grigio e alla sua lunga coda. Questi gnocchi, che dal topo hanno storicamente ripreso la conformazione della coda, rappresentano una specialità della tradizione contadina povera, caratterizzata da pochi genuini ingredienti.

Gli gnocchi “a coda de soreca” sono tipici del territorio del Lazio meridionale: in particolare questi piatti sono tipico di Zagarolo, dei Monti Lepini e Aurunci e dei Castelli Romani, ma anche a Valmontone, un comune a mezz’ora da Roma. Tuttavia, questo primo piatto ciociaro può essere chiamato anche in altri modi, più semplici ma forse meno caratteristici. Sono conosciuti semplicemente come “gnocchi lunghi”, ad esempio nella zona di Artena, oppure come “cecapreti”, in quanto è una pasta molto simile agli strozzapreti e somigliano agli umbricelli e ai pici toscani.

Gnocchi Lunghi a coda de soreca: come sono fatti

Nonostante possano avere diversi nomi in base alla zona di riferimento, gli gnocchi lunghi “a coda de soreca” hanno una caratteristica fondamentale: si tratta di una pasta fresca senza uovo. La sua forma peculiare è quella di uno spaghettone spesso come un bucatino e fatto a mano con acqua, farina e un pizzico di sale.

Acqua, sale e farina: sono questi tre semplici ingredienti a creare la magia di un piatto genuino e adatto ad ogni tipo di palato. Un piatto semplice e leggero, che sa diventare un vero e proprio protagonista grazie al condimento, che ne esalta il sapore e la bontà.

Come vengono conditi gli gnocchi acqua e farina?

Gli gnocchi “a coda de soreca” vengono tradizionalmente conditi con ragù di carne di maiale, ma anche di cacciagione, di castrato e, nel basso Lazio, con un sugo di carne di capra o di bufala. Esistono anche varianti più elaborate che invece li abbinano a un sugo fatto con involtini di manzo o di cavallo oppure ai funghi porcini.

Nonostante ciò, l’essenzialità che caratterizza questa pasta permette di condirli come più ci piace e con gli ingredienti che abbiamo a disposizione. Stiamo attenti però a rispettare la stagionalità dei prodotti per rendere questo piatto ancora più gustoso e sostenibile.

Ad esempio possiamo gustarli con un condimento cacio e pepe o con un sugo all’amatriciana, rispettando la tradizione romana e ciociara; oppure possiamo optare per una versione fresca ed estiva con l’utilizzo di pomodorini, aglio e basilico fresco. Per questo motivo possiamo certamente affermare che gli gnocchi “a coda de soreca” rappresentano un primo piatto umile e modesto, fatto da pochi e semplici ingredienti, che però può essere arricchito in tanti modi diversi e gustosi.

Non bisogna lasciarsi ingannare però: la cucina popolare, semplice, buona e genuina, non ha bisogno solo di ingredienti genuini, poco sofisticati e di qualità, ma anche di mani sapienti che la sappiano valorizzare al meglio, sia nella realizzazione che nella cucina.

Per questo motivo, a “I Segreti della Nonna” proponiamo questo primo piatto ciociaro in tante gustose varianti: all’amatriciana, al ragù, cacio e pepe tradizionale, oppure nella variante più innovativa, con le scaglie di tartufo. Ma ci piace anche sperimentare: la specialità “del nonno” ad esempio, abbina gli gnocchi “a coda de soreca” a un ricco condimento composto da salsiccia, pomodori secchi e granella di nocciola: un piatto gustoso e ricercato che dimostra come alcuni formati semplici possano sposarsi alla perfezione sia con la tradizione con con l’innovazione.

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