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Daniele Pucci

Giovedì gnocchi: dai proverbi alla storia di un formato immortale

Gli gnocchi non sono solo un formato. Li possiamo quasi considerare una famiglia a sé stante di pasta!Questa famiglia leggendaria può essere divisa in quattro categorie specifiche: gli gnocchi di patate, quelli di semolino (o “alla romana”), i canederli – dalla parola tedesca knödel che significa appunto “gnocco” – e i tipici malloreddus, o gnocchetti sardi.

Oggi ci concentreremo su uno di questi, gli gnocchi di patate, perché rappresentano sicuramente uno dei primi piatti più gustosi e tradizionali della cucina nostrana, amati in tutta Italia e nel Lazio in particolare.

Gli gnocchi di patate: la storia

L’origine degli gnocchi di patate può essere datata nel periodo in cui vennero importate in Europa le prime patate americane: sebbene furono introdotte già nel XVI secolo, trovarono la sua principale espansione intorno alla fine del 1700.

La storia degli gnocchi di patate è però legata anche direttamente a quella degli gnocchi come formato di pasta. Le prime ricette di gnocchi risalgono infatti alla seconda metà del ‘500, scritte da Cristoforto Messisbugo e Bartolomeo Scappi, considerati due tra i più grandi cuochi rinascimentali.Infatti durante il Rinascimento, sulle tavole dei banchetti lombardi si servivano i zanzarelli, gnocchi impastati con latte, mandorle e mollica di pane, che potevano essere “colorati” se venivano impastati con verdure come spinaci o zucca, per ottenere pietanze variopinte dalle tonalità verdi o gialle.Successivamente, nel ‘600, questi storici gnocchi chiamati zanzarelli subirono una lieve modifica: cambiarono nome in “malfatti” e le mandorle tritate insieme al pane vennero sostituite da farina, acqua e uova. Ma la vera svolta arrivò con l’aggiunta delle patate a questo nuovo impasto: rivoluzione culinaria che si deve alla Campania.

L’introduzione della patata, in particolare quella lessa, rilanciò la fama di questa pasta e già dagli inizi del ‘900 questa era una ricetta molto gettonata in tutti ricettari italiani. Si può citare ad esempio Pellegrino Artusi che nel 1891 ne descrive due ricette: una più semplice, con solo patate e farina, e la seconda molto più elaborata, con patate lessate e schiacciate impastate con petto di pollo tritato, parmigiano, tuorli d’uovo, farina e noce moscata. Fu proprio la prima versione, la più semplice, che entrò a far parte delle cucine di tutt’Italia, soprattutto nella Capitale. A Roma, infatti, gli gnocchi di patate sono un piatto davvero famoso e tradizionale e in ogni famiglia capitolina c’era una nonna che si dedicava alla preparazione di questo storico e tradizionale piatto.

“Giovedì Gnocchi!” Ma perché si dice così?

Questa espressione trae origine da un detto, in realtà un po’ più lungo, tipico della cultura trasteverina. L’originale recita così: «Giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa».

Le origini di questo detto sono nobili: vanno ricercate nel contesto e nelle condizioni in cui vivevano i più poveri della società. Per i meno fortunati era d’obbligo ottimizzare al meglio i pasti della settimana, scandendo ogni giorno con un piatto specifico. Inoltre, il detto si collega anche a una questione religiosa: il giovedì era importante mangiare un piatto gustoso, calorico e sostanzioso, in vista del digiuno da carne del giorno dopo, il venerdì, che è tradizionalmente considerato “di magro”. Il condimento tradizionale degli gnocchi infatti è a base di carne, un ragù oppure un sugo di castrato.

Di conseguenza, il venerdì si mangiava pesce e il sabato, non potendosi permettere i tagli di carne migliori come bistecche o filetti, il popolo consumava il cosiddetto “quinto quarto”, ovvero gli scarti come trippa e interiora. 

Questo detto rappresenta al meglio la tradizione povera in tutta la sua natura sociale e culinaria. Nella sua ricchezza si trasmette direttamente il gusto e la sostanza dei piatti tradizionali. I primi piatti erano protagonisti di questa cultura: ad esempio gli gnocchi di patate, una pasta semplice fatta con acqua, farina, poche uova e tante patate, capace di far sognare il palato.

Gustare gli gnocchi di patate

Questa pasta si presta ad una varietà di abbinamenti di sughi e condimenti diversi, anche se sono perfetti già con un semplice condimento di burro e salvia, deliziosi! Ma non possono mancare i tradizionali gnocchi di patate al ragù di carne, che ci immergono direttamente nell’atmosfera dei pranzi domenicali con i parenti. Puoi gustarli in diverse varianti, in modo più o meno elaborato, e resteranno sempre una delle paste più gustose della cucina nostrana

Se ti è venuta voglia di gnocchi, li puoi trovare sicuramente nel nostro laboratorio di Pasta Fresca – “I Segreti della Nonna”, oppure puoi fermarti da noi per provarli direttamente con i nostri gustosi condimenti, affidandoti alla tradizione oppure sperimentando gli abbinamenti più innovativi.

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