La bellezza dell’Italia ormai è un dato di fatto per tutti: italiani e soprattutto stranieri ammirano della nostra nazione non solo le splendide città, la ricchezza storica e culturale. Ma ciò che fa innamorare i turisti è sicuramente la tradizione culinaria e vinicola: è facile rimanere incantati dalle specialità enogastronomiche del nostro Paese, dalla tradizionale pasta fresca ai vini di alta qualità. Il Lazio non fa eccezione, grazie alla presenza della Capitale e dei cosiddetti Castelli romani, piccoli e grandi borghi che si sviluppano tra le colline romane, una cucina contadina fatta di sapori forti e erbe aromatiche che nascono spontaneamente nelle campagne laziali.
Ma c’è una realtà ancora poco conosciuta: la Ciociaria, una terra ricca di boschi e campagne che si estende a sud di Roma e comprende tutta la zona del frusinate, costellata da piccoli borghi dalla storia millenaria e da una cultura gastronomica che affonda le radici nell’antica tradizione contadina e pastorale.
In questo territorio così vario di boschi, campagna e storia si incastona Zagarolo, un borgo di origine medievale a 36 km da Roma, esteso su una collina tufacea di 2 km e interamente circondato da fitti boschi. In realtà molte leggende individuano la sua origine in tempi ancora più remoti, fino alla storia arcaica romana: la leggenda infatti racconta che furono gli esuli di Gabi, una piccola comunità distrutta da Tarquinio il Superbo, settimo e ultimo re di Roma, a fondare la piccola cittadina di Zagarolo.
Nel periodo medievale poi, la storia della cittadina si è intrecciata con quella di duchi, principi e papi che regalarono a Zagarolo lo splendore che ancora oggi la caratterizza. Le chiese e i monumenti della piccola cittadina furono infatti opera di grandi personaggi storici come la famiglia Colonna o papa Bonifacio VII.
Cosa vedere a Zagarolo
A sovrastare dall’alto la cittadella di Zagarolo c’è il Palazzo Rospigliosi, uno splendido monumento nato come roccaforte del generale Lorenzo Colonna e poi modificato nel corso del tempo e decorato con preziosi affreschi che oggi caratterizzano lo splendido palazzo. Oggi ospita convegni o mostre e si presta come location d’elezione per i frequenti eventi culturali di qualsiasi genere.
Gli avventori apprezzano la singolare conformità urbanistica di Zagarolo anche per le sue strette viuzze, dalle quali si può godere di splendidi e singolari scorci sui boschi che circondano il comune e che conducono ad altri punti di interesse come il Borgo San Martino, la chiesa della SS. Annunziata o quella di San Pietro. Di particolare bellezza con i suoi bastioni merlati e rilevanza storica è la porta del borgo di San Martino, edificata in ricordo della vittoria della battaglia di Lepanto e in onore di papa Martino V nel XVII secolo.
Passeggiare nell’antico borgo quindi, significa godere della storia del posto e lasciarsi sorprendere dalla campagna ciociara che di tanto in tanto fa capolino tra il reticolo di stradine che si intrecciano tra loro e che regalano punti di vista davvero interessanti. Non è infatti difficile infatti attraversare stradine molto strette e poi ritrovarsi su splendidi “balconcini” che mostrano dall’alto la campagna circostante.
Una gita fuori porta a Zagarolo significa quindi godere della vita e dell’arte della piccola cittadella medievale, ma è anche un’esperienza naturalistica: Zagarolo è infatti attraversata dalla famosa via Francigena, in un piacevole percorso tra bosco, campagna e paesi storici. Piccole fattorie e aziende agricole a conduzione familiare caratterizzano la campagna ciociara e regalano alla cittadella di Zagarolo prodotti agricoli genuini e un ottimo vino da gustare nelle trattorie del paese.
Enogastronomia a Zagarolo
La gastronomia è tutta da scoprire. Ti accorgerai infatti che a Zagarolo la tradizione culinaria delle nostre nonne non è ancora scomparsa. Una tradizione fatta di sapori forti e odori delicati: il pane fatto ancora nei vecchi forni, la pasta fresca lavorata con le mani di sapienti artigiani che hanno voluto conservare la tradizione delle nonne e che regalano un’esperienza davvero fuori dal tempo. In queste nuove osterie gli antichi sapori delle farine locali, grazie alla competenza delle nuove generazioni si sposano perfettamente con sapori nuovi che provengono dalla campagna locale e dalle cucine della tradizione.
L’altro grande protagonista della tradizione culinaria zagarolese è il tordo matto: un involtino di carne equina, ammorbidita con il la parte più tenera del prosciutto e speziata con aglio, coriandolo e altre erbe aromatiche. Si può gustare in padella o sulla brace: la maggior parte delle macellerie locali vende il famoso involtino pronto per essere cucinato, ma questa prelibatezza tipica può essere gustata in qualsiasi trattoria che rispetti la tradizione.
Una cucina delicata e decisa che si accompagna ad un vino corposo, profumato e dal sentore amarognolo: il Cesanese del Piglio, una eccellenza tra i vini italiani. Il vino rosso dal sapore secco e morbido si accompagna perfettamente alla dolcezza della pasta fatta a mano e alla sapidità delle carni che la cucina zagarolese offre.